Séance organisée dans le cadre du Cours d’Histoire du travail et du mouvement ouvrier
- Lieu: Università di Venezia “Ca’ Foscari”, Sede universitaria San Basilio
- Horaire : 14.45-17.1
- Affiche Séminaire
Programme :
Maria Turchetto (Università Ca’ Foscari) :
- Introduzione
Andrea Cavazzini (Université de Liège – GRM) :
- Centralità operaia e neo-capitalismo. Dalla conricerca ai «Quaderni Rossi».
Résumé/ Riassunto : Le inchieste operaie teorizzate e praticate dai “Quaderni Rossi” all’inizio degli anni ’60 articolano un’analisi delle specificità del “neo-capitalismo” – il capitalismo fordista – alla proposta di una linea politica incentrata sull’antagonismo irriducibile della classe operaia della grande industria. Tale articolazione rappresenta una rottura con le ideologie dominanti della sinistra politica e sindacale dell’epoca: il reinvestimento politico delle condizioni immediate della vita di fabbrica rompe con la concentrazione esclusiva sulla sfera autonoma delle istanze politiche e ideologiche; l’affermazione di una conflittualità immanente alla vita di fabbrica rompe con i miti sociologici di un progresso tecnico e sociale che avrebbe riassorbito ogni contraddizione nell’ordine totale della “società opulenta”. Ma i “Quaderni Rossi”, benché il loro apporto sia stato indubbiamente originale, possono difficilmente essere concepiti senza il vasto e complesso movimento di “ritorno” di intellettuali e militanti nel corso degli anni ’50 ai dati concreti dell’esistenza delle classi subalterne: dalle inchieste d Danilo Montaldi sulle culture politiche e sui marginali del Nord proto-industriale e industriale, alle ricerche sul mondo rurale del Sud di Ernesto de Martino, fino alla “scoperta” della condizione alienata dei nuovi ceti nati dal “miracolo economico”.
Fabrizio Carlino (Paris Sorbonne/Università del Salento – GRM) :
- Tendenza movimentista e inchiesta biopolitica negli anni ’70: elementi per una discussione sulla conricerca post-operaista.
Résumé/ Riassunto : Lotta continua traduce in una nuova fase storica, simbolicamente aperta dal biennio ’68-’69, le categorie attraverso le quali l’operaismo, nel corso del decennio precedente, aveva elaborato la propria rottura con il marxismo terzinternazionalista. Riattivate in una congiuntura che vede già il declino della figura dell’operaio-massa, le tesi operaiste legate alla “centralità operaia” e al “punto di vista parziale” vengono riarticolate sulle nuove pratiche di lotta introdotte dalla contestazione antiautoritaria. L’inchiesta militante, condotta fuori dai luoghi di produzione, tenderà a sciogliere, nel corso degli anni ’70, quell’unità di conoscenza e opposizione sulla quale si era basato il metodo insieme analitico e politico dell’operaismo. La declinazione lottacontinuista della conricerca, nello scindere i processi di soggettivazione politica dall’indagine obiettiva sulle forme di sfruttamento, re-incontra le stesse difficoltà che l’operaismo intendeva superare e che costituivano il punto cieco dei marxismi tradizionali. D’altro canto, l’attivismo di Lotta continua, attraverso l’investimento del corpo e la politizzazione della vita quotidiana, sperimenta nelle lotte quel dislocamento del conflitto nella sfera della circolazione del quale proprio Tronti e Negri forniscono la teoria, con la divisione tra forza-lavoro (oggetto del marxismo come scienza) e classe operaia (soggetto del marxismo come rivoluzione) e con la crisi della legge del valore-lavoro.
Discussants : Alessandro Casellato, Matteo Ermacora, Gilda Zazzara (Università “Ca’ Foscari”)
